Il progetto nasce dall’idea di estendere un’esperienza, già consolidata nella periferia di Berlino, ad uno dei quartieri di Torino con la percentuale di popolazione straniera residente più elevata: San Salvario. Promosso dalla onlus Il Mondo di Joele e da loro sperimentato a partire dal 2012, resta ad oggi l’unico nel suo genere in Italia.
Esso ruota attorno alla figura della Madre di Quartiere, donna appartenente ad una comunità di origine straniera che svolge un ruolo di sentinella dei bisogni del quartiere e cerniera tra le comunità straniere residenti e la rete dei servizi territoriali.
Il progetto ha avuto il sostegno di diversi finanziatori, tra questi il più significativo è stato il contributo della Caritas Diocesana di Torino che, attraverso i Fondi Cei 8×1000, ha reso possibile negli ultimi anni numerosi interventi svolti dalle Madri di Quartiere e, attraverso il progetto “Oltre gli orizzonti quotidiani”, ha permesso loro di costituirsi come team di lavoro e offrire autonomamente diversi servizi al territorio.
In un’ottica di welfare generativo e di prossimità, il progetto si propone di:
- valorizzare le donne appartenenti a comunità di origine straniera, trasformando la loro resilienza personale in professionalità;
- contrastare la cronicizzazione del disagio, intercettando le fasce più deboli e vulnerabili della società che, invisibili ai servizi preposti, rischiano di scivolare in una condizione di povertà assoluta;
- offrire un servizio di intermediazione tra la comunità ospitante e le comunità di origine straniera, velocizzando e ottimizzando il lavoro di istituzioni, servizi e terzo settore;
- favorire il benessere e la coesione sociale, promuovendo le occasioni di interculturalismo, scambio e arricchimento reciproco.
Dal 2012 nella città di Torino sono state attivate 42 Madri di 15 nazionalità diverse, provenienti da Russia, Perù, Nigeria, Romania, Moldavia, Brasile, Camerun, Italia, Albania, Kenya, Egitto, Algeria, Marocco, Tunisia e Iran. Sono state in grado di fornire supporto di vario genere a 431 nuclei familiari, per un totale di 1.776 persone coinvolte. Le attività principali hanno riguardato accompagnamenti in situazioni di sfratto, di perdita del lavoro; di fragilità dovuta all’irregolarità dei documenti, alla violenza, alla presenza di disabili gravi in famiglia, al sopraggiungere di malattie invalidanti. Il loro aiuto competente si declina spesso in mediazioni linguistico-culturali in contesti scolastici, ospedalieri, condominiali. Dal 2018 sono inoltre attivi i ‘laboratori di italiano nelle case’, pre-corsi finalizzati a fornire i fondamenti della lingua italiana ad altre donne che pur abitando sul territorio italiano da anni, non conoscono né praticano la lingua, rimanendo ai margini della società.
L’informalità con cui si accostano alle persone in difficoltà, nonché l’aver vissuto sulla propria pelle le criticità connesse al processo migratorio, consentono alle Madri di Quartiere di entrare facilmente in empatia e di costruire un’efficace relazione d’aiuto basata sulla fiducia. Formazione e supervisione costanti garantiscono la qualità di un intervento orientato all’empowerment e non all’assistenzialismo, oltre ad essere per le donne coinvolte occasione di crescita umana e professionale.
In continuità con la onlus Il Mondo di Joele, l’equipe dell’associazione Terra e Pace si occupa del coordinamento del progetto e di diffonderne le attività come best practices.